segunda-feira, 2 de fevereiro de 2015


Igreja, matrimónio e identidade sexual

segundo o cardeal Marx

 
Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga
e capo della Conferenza episcopale tedesca

Matteo Matzuzzi

Roma. Ma quale ostia ai divorziati risposati, qui a cambiare deve essere la teologia del matrimonio nel suo complesso. Donne al posto di comando, apertura alle coppie omosessuali, riforma della chiesa ed eucaristia per tutti. E’ quasi un programma di governo pastorale quello che il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e capo della Conferenza episcopale tedesca, illustra ad America, la rivista dei gesuiti della liberal east coast. «Il Papa e i vescovi devono avviare il cambiamento», dice. Se non lo fanno, i tedeschi sono pronti ad andare avanti per la loro strada. Il che significa totale accoglimento delle tesi su morale e famiglia portate avanti nel corso dei decenni dal cardinale Walter Kasper. D’altronde, aggiunge il porporato, le linee guida della chiesa di Germania sono pronte e già approvate. Non resta che metterle in pratica. «Sono stupito che qualcuno possa dire che tutto è chiaro su questo argomento. Le cose non sono chiare. Non è che la dottrina della chiesa debba essere determinata dai tempi moderni, ma è una questione di aggiornamento». E’ necessario, dunque, «adattare la nostra dottrina al Vangelo, alla teologia, così da trovare in modo nuovo il senso di ciò che ha detto Gesù. C’è molto da fare».

La lista delle richieste dei vescovi capitanati da Marx è lunga e riporta sul tavolo della discussione anche quei capitoli che al Sinodo straordinario di ottobre erano stati bocciati dai padri, compresa l’apertura alle coppie omosessuali su cui molto aveva lavorato mons. Bruno Forte prima di essere sconfessato dai circoli minori. Dopotutto, ha detto dalla California il coordinatore del consiglio della corona papale, il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, quei paragrafi non sono mai stati bocciati, smentendo così la norma che esige la maggioranza dei due terzi per dare il via libera a una proposizione sinodale. Marx, che a settembre aveva annunciato urbi et orbi di essere pronto a calare su Roma con un documento firmato dalla maggioranza dei vescovi tedeschi a sostegno delle tesi di Walter Kasper, ha ribadito la necessità di trovare il modo di consentire ai divorziati risposati di ricevere la comunione. Non bisogna escluderli, bensì accoglierli: «Forse non sarà possibile in tutti i casi, ma in linea di principio la chiesa deve lottare per l’accoglienza, non per l’esclusione». Quanto agli omosessuali, pur confermando che anche per la chiesa tedesca «un rapporto tra persone dello stesso sesso non ha lo stesso valore di uno tra un uomo e una donna», il porporato ha osservato che «non è possibile dire ‘tutto quello che fai è negativo perché sei gay’». Rimboccarsi le maniche e lavorare: servirà, spiega, uno sforzo «di immaginazione» per ricostruire la teologia del matrimonio, che superi la vecchia Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II, ormai inadeguata.





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